Distributori aperti, come sta andando?

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Smart working, didattica a distanza e possibilità di spostamento ridotte sono tutti aspetti che impattano, inevitabilmente, sull’utilizzo delle vending machine.

Il settore della distribuzione automatica in Italia è molto sviluppato: siamo il Paese con più macchine installate in tutta Europa, con oltre 800 mila pezzi, per un mercato che vede schierate circa 3000 aziende e oltre 30.000 lavoratori coinvolti.

Durante il lockdown della prima ondata, Confida dichiara che il comparto è arrivato a perdere, in alcune realtà, anche il 70% del fatturato rispetto all’anno precedente.

«I Dpcm emanati da ottobre in poi – commenta Massimo Trapletti, presidente di Confida – non vietano l’operatività delle vending machine. Tuttavia, introducono lo smart working, la didattica a distanza, vietano le visite dei parenti negli ospedali e nelle strutture sanitarie, eccetera. Così facendo, I distributori automatici, anche se accesi, non vengono utilizzati perché non c’è il passaggio dei consumatori».

Per questo l’associazione di categoria sta richiedendo con tutte le sue forze una serie di interventi da parte del Governo che, nel Dl Ristori, non ha parlato del settore.

E quali sono i cali che ci sono stati nei consumi per tipologia di prodotto rispetto allo stesso periodo del 2019?

Lo ha analizzato IPSOS in una ricerca che viene riportata anche sul sito di Confida e che puoi scaricare, se in possesso di un utente registrato, da questo link

  • 28% in meno di caffè
  • 42% in meno di bottigliette di acqua
  • 47% in meno di snack salati

E tu che impatto hai avuto con la tua attività? Scrivilo nei commenti.

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